In vista del G7 Agricoltura, in corso a Ortigia, Siracusa, l’amministrazione comunale ha avviato una serie di interventi di riqualificazione e manutenzione per preparare la città ad accogliere i delegati internazionali. Tuttavia, uno di questi interventi ha sollevato polemiche tra cittadini e amanti della storia locale: il taglio del papiro storico dalla fontana storica, situata in Largo XXV luglio. Questo atto, percepito da molti come uno scempio, ha lasciato dietro di sé solo i monconi degli steli, privando la fontana di un simbolo che per lungo tempo ne aveva caratterizzato l’identità estetica e culturale.

Il Papiro: un simbolo storico

Il papiro, pianta dalle profonde radici storiche in Sicilia e simbolo dell’antica Siracusa, è sempre stato parte integrante del paesaggio urbano di Ortigia. La sua presenza nella Fontana non era solo una questione ornamentale, ma un richiamo alla lunga tradizione che lega la città all’acqua e alla natura circostante. La pianta di papiro, infatti, era considerata una memoria vivente di quella simbiosi unica tra ambiente naturale e storia che ha reso Siracusa un luogo d’importanza culturale e archeologica straordinaria.

Una rimozione ingiustificata

La decisione di rimuovere completamente il papiro dalla fontana ha lasciato di stucco molti residenti e visitatori. Invece di una manutenzione leggera, come una pulizia delle foglie ingiallite o un’operazione di potatura mirata, il Comune ha scelto di eliminare del tutto le piante, lasciando solo la base degli steli affiorare dall’acqua. Il risultato finale è una visione desolante, che ha trasformato la fontana in un paesaggio spoglio e privo di quel fascino naturale che l’ha resa celebre.

Molti cittadini hanno espresso il proprio disappunto sui social e attraverso i media locali, sottolineando come il papiro fosse un simbolo amato e rispettato. La sua rimozione appare come un gesto non solo frettoloso, ma anche insensibile verso il patrimonio storico e culturale della città. L’intervento, per quanto giustificato dall’imminente arrivo dei delegati del G7, sembra più il frutto di una valutazione sommaria e superficiale piuttosto che di un’attenta riflessione sulle possibili soluzioni estetiche e pratiche.

Un dannoso effetto collaterale dei preparativi per il G7

L’organizzazione di un evento internazionale come il G7 Agricoltura richiede certamente una preparazione accurata delle infrastrutture cittadine. Tuttavia, non si può non sottolineare come spesso, in occasione di questi appuntamenti, si assista a interventi che, pur essendo orientati a migliorare l’immagine della città agli occhi degli ospiti stranieri, finiscono per alterare elementi preziosi del tessuto urbano locale.

Nel caso specifico di Ortigia, la rimozione del papiro potrebbe essere vista come un tentativo maldestro di “modernizzare” la città, ma a scapito di una parte fondamentale della sua identità. La stessa fontana di Largo XXV Luglio è un monumento che, oltre a evocare la mitologia e la storia greca, rappresenta la perfetta fusione tra natura e arte. La decisione di alterarne il volto storico senza una vera necessità appare come un errore di valutazione, che potrebbe avere ripercussioni negative sul valore simbolico di questo spazio.

Le alternative trascurate

Molti esperti e cittadini suggeriscono che una semplice sistemazione del papiro sarebbe stata più che sufficiente per preservare l’estetica della fontana e al contempo garantire una visione ordinata agli occhi dei visitatori internazionali. Un intervento mirato, con potature leggere e la rimozione delle parti secche, avrebbe potuto restituire alla pianta il suo splendore, senza privare la fontana di uno dei suoi elementi più distintivi.

Questa vicenda mette in evidenza come, spesso, le scelte urbanistiche e di riqualificazione vengano prese senza tenere conto delle peculiarità storiche e culturali dei luoghi. La velocità dei preparativi per il G7 sembra aver prevalso su un approccio più ponderato e rispettoso del contesto urbano di Ortigia.

Conclusione

Il taglio del papiro dalla Fontana di Largo XXV Luglio rappresenta un episodio spiacevole nella preparazione di Siracusa per il G7 Agricoltura e Pesca. Al di là della frettolosità dell’intervento, resta la sensazione che si sia persa un’opportunità per valorizzare la città in modo più rispettoso del suo patrimonio. Ciò che rimane, purtroppo, è un angolo di Ortigia impoverito, sia dal punto di vista estetico che simbolico.