Kazuo Ishiguro è uno scrittore britannico di origine giapponese, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2017.

Il suo tema dominante è la rievocazione di un passato individuale e nazionale, situato negli anni del secondo dopoguerra, in un mondo dove è in atto un totale mutamento di costumi, accompagnato dalla perdita dei valori tradizionali. Vincitore del Booker Prize nel 1989 con il romanzo Quel che resta del giorno (1989), che gli ha dato fama internazionale, e nel 2005 con Non lasciarmi (2005).

Nel 2017 gli è stato conferito il premio Nobel per la letteratura “perché, nei suoi romanzi di grande forza emotiva, ha svelato l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”.

Ma cosa ha detto della Sicilia Kozuo Ishiguro?

“Sono curioso di scoprire perché la Sicilia ha prodotto così tanti scrittori di livello mondiale, quando il continente d’Italia è riuscito a fare ciò a stento. L’Italia ha una magnifica tradizione artistica, naturalmente, e nell’era moderna una grande tradizione cinematografica, ma deve molto alla Sicilia per i grandi scrittori.

Ho visitato l’Isola per la prima volta cinque anni fa, quando ho trascorso alcuni giorni molto piacevoli a Taormina con la mia famiglia. Sono stato colpito dalla fantastica bellezza del paesaggio naturale, non solo di quello che circonda Taormina, ma soprattutto quello delle aree circostanti. Infatti, non siamo stati fermi in città, ma con la macchina abbiamo girato parecchio. Dinnanzi ai miei occhi si è materializzato un affascinante mix di influenze europee e nordafricane, anche se va detto che la Sicilia è una terra unica, autentica, con una sua propria identità.

Io e mia moglie visitiamo l’Italia regolarmente, ma solo in Sicilia noi siamo rimasti sorpresi di quante cose diverse, immaginabili, ci sono. La cosa che ci impressionava, soprattutto, era che la gente si comportava ed appariva diversamente, per la strada come a tavola.

Forse c’è una immagine stereotipata della Sicilia e della mafia che proviene da film come “Il Padrino”, ma penso che per la maggior parte delle persone la Sicilia sia molto più di questo. Gran parte di quanti mi circondano, con cui ho la possibilità di confrontarmi, pensa ad una bella isola di cultura con una miscela di selvaggio e di sofisticato, con una ricca e propria storia, un travagliato rapporto con il continente d’Italia, che in qualche modo ricorda il rapporto tra l’Irlanda e la Gran Bretagna. La sorprendentemente ricca eredità letteraria ricorda proprio l’Irlanda.

L’Italia deve molto alla Sicilia per i grandi scrittori. Perché è successo tutto ciò? È una domanda interessante che vorrei fare io a lei. Ma adesso devo andare a finire i bagagli, la macchina sarà qui a breve ed è la prima tappa del nostro viaggio. Non vedo l’ora di poter rivedere da vicino la Sicilia”